Pierro VINI Rivoli
Documento storico Castellania di Rivoli anno 1266 - Nibiol

1266 o 1268?


La presenza del Nebbiolo sulle colline di Rivoli veniva fatta risalire al 1268, data reperita nei Documenti per la storia del Piemonte (1265-1300) di Stanislao Cordero di Pamparato, ma nel 2005 due appassionati di storia rivolese e di vini, Luigi Caramori e Carlo Beltramino effettuando ulteriori ricerche documentali trovarono altre testimonianze scritte, quella dello storico Cav. Luigi Cibrario che insime alle Memorie della reale accedemia delle scienze di Torino del 1833 scrivono degli stessi resoconti datandoli 1266.

Il mistero venne totalmente risolto con il ritrovamento della parte riguardante il Nibiol nell'originale dei conti della Castellania.

Castello di Rivoli

Con il boom economico del secondo dopo guerra, Rivoli si trasformò da centro prevalentamente agricolo a città a vocazione industriale e manufatturiera rischiando di perdere una reale memoria storica, ma è bastato uno dei tanti figli della città, che impiantando nuove radici ha fatto rivivere ciò che è stato, per proseguire la storia scrivendo una nuova pagina del più antico Nebbiolo, il Nebbiolo di Rivoli.


Giovanni Battista Croce nel 1606 parla con cognizione di causa di Nebbiolo, nonché delle preferenze
della nobiltà piemontese dell’epoca in fatto di vino: 

" Per produrre un buon vino, si sostiene, è fondamentale la scelta delle uve e il vitigno che risulta essere preferito
è ancora una volta il Nebbiolo, poiché fa un vino generoso, gagliardo e dolce ancora... qual lungamente e bene si conserva”.


-ASTo, Camerale Piemonte, Art. 65, par. 1, mazzo 1, rotolo 1 - Conto della castellania di Rivoli (1266)
- Angelo Mazzi - Sextarius Pergami saggio di ricerche metrologiche (1877)
- Luigi Cibrario - Della economia politica del Medioevo libri III che trattano della sua condizione politica morale economica (1839)
- Memorie della reale accedemia delle scienze di Torino - Tomo XXXVI (1833)
- Stanislao Cordero di Pamparato - Documenti per la storia del Piemonte (1265-1300) (1902)


Questa è la più antica testimonianza scritta, redatta su pergamena, in cui risulta la produzione di Nebbiolo nel conto della Castellania di Rivoli dell'anno 1266 e custodita nell'Archivio di Stato di Torino.

Questo documento fa parte degli oltre 3.000 rotoli che, con registri e mazzi, sono noti come Conti delle Castellanie,
cioè i conti resi da un castellano, rappresentante locale del potere centrale, al suo signore.

Si compone di voci di entrate, in natura o in denaro, derivanti da tasse, pedaggi, multe riscosse, e di voci di spesa.

Ci sono attestati fino alla seconda metà del Cinquecento.

Il più antico esistente è proprio il rotolo della Castellania di Rivoli (1264-1266), dove il castellano era Umberto de Balma; nei conti del A.D. 1266, esattamente nel articolo 65, paragrafo 1, mazzo 1, rotolo 1, è riportato:


" receptis de exitu vinearum de Nibiol

hoc anno de CCC sextariis "


Nell'anno 1266, fra le entrate sono registrati (receptis)

12.205 litri (CCC sextariis)1 di introito (de exitu) derivante
dalle vigne (vinearum) di Nibiol


Questo documento attesta inequivocabilmente che la prima culla del Nebbiolo conosciuta è Rivoli.


1 Il Sextarius serviva da misura tanto dei liquidi quanto degli aridi ed era già usato nell'impero romano dove corrispondeva a litri 0,547, ma grazie allo storico Cav. Luigi Cibrario si è a conocenza che a Torino in quel periodo il sestaro era 40,685 litri

Castello di Rivoli

..da Castellania a Castello di Rivoli.


Di un edificio fortificato, il “Castrum Riuollum”, si trovano tracce nel 1159 quando divenne proprietà dei Vescovi di Torino. Nel 1247 con l'ascesa dei Savoia venne costituita una circoscrizione amministrativa del potere centrale, cioè una Castellania dove un castellano, nominato e remunerato, esercitava le sue funzioni come guardiano del castello, tenendo contabilità e dovendo presentare regolarmente i suoi conti e quelli della castellania.

Nel secolo successivo, con Amedeo VI di Savoia conosciuto come il “Conte Verde” per il colore degli abiti utilizzati durante le battaglie, Rivoli conobbe un periodo di prosperità economica e riqualificazione urbana. Il bordo venne cinto da mura, la nobiltà locale edificò ricche dimore turrite.

Fu soltanto nel 1559 che venne eretto il castello, come residenza provvisoria del duca Emanuele Filiberto I di Savoia.

Dopo ripetuti assedi francesi all'inizio del XVIII secolo, Vittorio Amedeo II affidò a Filippo Juvarra la ricostruzione del Castello di Rivoli, ma in realtà nel 1720 i lavori si interruppero e due terzi del complesso non furono mai realizzati.

Ultima vigna castellana